Altri giorni invece, potrei guardare fuori dalla finestra ininterrottamente.
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Fantasticare
Alcuni giorni non mi serve niente per fantasticare
Uno da non temere
Ponendo l’esistenza della reincarnazione credo di aver intuito il mio vecchio spirito. Credo di essere stato un rapinatore di banche, uno di quelli mascherati che metteva tutti a loro agio prima di svaligiarli. Pieno di ritmo e di battente. Uno da non temere.
Equilibrio – Gleichgewicht

Eloquenza – Wortgewandheit

Unidici treni – Paolo Nori
In dieci giorni mi mangio questo libro e appena lo finisco mi viene da pensare al funk. Mi piace talmente tanto che leggo lentamente e non voglio finirlo.
Il funk è quel tipo di musica che ci sembra semplice ma che è difficile da eseguire.
Qui si parla di cambio di identità, di amore, di storia contemporanea con tanta intimità.
Mi struggo ma devo. Mi sento in dovere di citare le ultime frasi del libro:
“Poi si prendono tanti treni, si va dove ci chiamano, si legge ad alta voce con leggero accento emiliano. Si supera il riserbo istintivo, la timidezza, per il piacere che succeda qualcosa, tra le parole e la voce, tra le parole e la musica, che siano percussioni, clarinetti, il canto delle mondine.
Che succeda qualcosa con i lettori che ascoltano, che sentono le parole e l’emozione e la sincerità di chi si espone senza esibirsi mai.
Per dire che è stato bello, che c’era tanta gente, che si è stati bene.”
Starete bene quindi. Oltre a questo riderete molto, imparerete a usare meglio le parole e saprete che cambiare identità non è difficile.
E funk e poesia. Come se ci fosse un domani.